XXXIII. Когда благому просвещенью Отдвинем более границ, Со временем (по расчисленью Философических таблиц, Лет чрез пятьсот) дороги верно У нас изменятся безмерно: Шоссе Россию здесь и тут, Соединив, пересекут. Мосты чугунные чрез воды Шагнут широкою дугой, Раздвинем горы, под водой Пророем дерзостные своды, И заведет крещеный мир На каждой станции трактир. XXXIV. Теперь у нас дороги плохи, 22 Мосты забытые гниют, На станциях клопы да блохи Заснуть минуты не дают; Трактиров нет. В избе холодной Высокопарный, но голодный Для виду прейскурант висит И тщетный дразнит аппетит, Меж тем, как сельские циклопы Перед медлительным огнем Российским лечат молотком Изделье легкое Европы, Благословляя колеи И рвы отеческой земли. 22 Le nostre strade sono un giardino per gli occhi: alberi, cigli erbosi, fossi. Molto lavoro, molta gloria. Peccato che talvolta siano impraticabili. Dagli alberi che fanno da sentinella i viaggiatori guadagnano poco; la strada, dirai, è buona, e ti salta in mente il verso: “per chi va a piedi!” In Russia si viaggia bene [in vettura] solo in due casi: quando scricchiolando rabbioso il nostro Mac Adam o Mac Eva inverno lancia il suo devastante assalto, incatena la strada con la sua ghisa ghiacciata e la prima neve ricopre le sue impronte con una sabbia piumosa. O quando penetra nei campi una siccità così torrida che perfino una mosca riesce a guadare a occhi chiusi una pozzanghera. “La stazione [di posta]”. Principe Vjazemskij [NdA] |
XXXIII Quando sposteremo i limiti Dell’emerita istruzione, Col tempo (ossia, stando ai calcoli Di tabelle filosofiche, 23 Fra cinquecento anni circa) Cambieranno di sicuro Da così a cosà le strade: Il selciato dappertutto Attraverserà, riunendola, La Russia. Sopra i fiumi Passeranno a grandi arcate Ponti in ghisa; muoveremo Le montagne, scaveremo Volte audaci sotto l’acqua, E a ogni posta il buon cristiano Piazzerà una trattoria. XXXIV Ma oggigiorno che sfacelo, Le nostre strade: marciscono, Dimenticati, i ponti; Nelle poste pulci e cimici Non ti danno tregua un attimo; Niente trattorie; per mostra Nell’izbà gelata penzola Una lista di cibarie: Tronfia quanto magra stuzzica Un inutile appetito. Rustici ciclopi intanto, A un incerto fuocherello, Col martello russo aggiustano Il leggero manufatto Dell’Europa (patrie buche E rotaie benedicendo). 23 Allusione alle statistiche del barone Charles Dupin (1784-1873), matematico e ingegnere francese, pubblicate nel 1827. |