Aleksandr Sergeevič Puškin
Note biografiche
Aleksandr Sergeevic Puškin nacque a Mosca nel 1799 da una famiglia di piccola (ma antichissima) nobiltà. Crebbe in un ambiente favorevole alla letteratura: lo zio paterno Vasilij era un poeta, il padre si dilettava di poesia e frequentava letterati di primo piano come Karamzin e Zukovskij. Una casa ricca di libri, soprattutto francesi, che stimolarono le sue precoci letture, ma povera di affetti. Nell'infanzia e nell'adolescenza restò affidato, secondo l'uso del tempo, alle cure di precettori francesi e tedeschi, e soprattutto a quelle della 'njanja' Arina Rodionovna, che gli raccontava le antiche fiabe popolari.
Un ambiente sostitutivo della famiglia Puškin lo trovò nel 1812-1817 al liceo di Carskoe Selo. Uscito dal liceo, ottenne un impiego al ministero degli esteri e partecipò intensamente alla vita mondana e letteraria della capitale. A causa di alcuni componimenti 'rivoluzionari' fu confinato nella lontana Ekaterinoslav. Qui si ammalò . Fu ospite della famiglia Raevskij. Seguì poi i Raevskij in un viaggio in Crimea e nel Caucaso, ma alla fine del 1820 dovette raggiungere la nuova sede di Kisinëv [Moldavia]. Vi restò fino al 1823, quando ottenne il trasferimento a Odessa. A Odessa visse una vita meno monotona, con due amori: per la dalmata Amalia Riznic, e per la moglie del governatore locale, il conte Voroncov.
Nel 1823, per l'intercettazione di una sua lettera in cui esprimeva idee favorevoli all'ateismo, fu licenziato dalla burocrazia imperiale, e costretto a vivere nella tenuta familiare di Michajlovskoe, vicino Pskov. Il forzato isolamento non gli impedì di partecipare alla rivolta decabrista del 1825.
Nel 1826 il nuovo zar Nicola II lo chiamò a Mosca per offrirgli una occasione di "ravvedimento". Il "perdono" era in realtà una sorveglianza ancora più diretta e paralizzante. L'essere sceso a compromesso con il potere gli alienò per di più l'entusiasmo dei giovani. Nel 1830 Puškin sposò la bellissima Natal'ja Goncarova, che gli diede quattro figli ma anche molti dispiaceri per la condotta frivola che alimentava i pettegolezzi di corte. In seguito a uno di questi pettegolezzi, Puškin sfidò a duello il 27 gennaio 1837 il barone francese Georges D'Anthès, a Pietroburgo. Ferito a morte, Puškin spirò due giorni dopo.
Un ambiente sostitutivo della famiglia Puškin lo trovò nel 1812-1817 al liceo di Carskoe Selo. Uscito dal liceo, ottenne un impiego al ministero degli esteri e partecipò intensamente alla vita mondana e letteraria della capitale. A causa di alcuni componimenti 'rivoluzionari' fu confinato nella lontana Ekaterinoslav. Qui si ammalò . Fu ospite della famiglia Raevskij. Seguì poi i Raevskij in un viaggio in Crimea e nel Caucaso, ma alla fine del 1820 dovette raggiungere la nuova sede di Kisinëv [Moldavia]. Vi restò fino al 1823, quando ottenne il trasferimento a Odessa. A Odessa visse una vita meno monotona, con due amori: per la dalmata Amalia Riznic, e per la moglie del governatore locale, il conte Voroncov.
Nel 1823, per l'intercettazione di una sua lettera in cui esprimeva idee favorevoli all'ateismo, fu licenziato dalla burocrazia imperiale, e costretto a vivere nella tenuta familiare di Michajlovskoe, vicino Pskov. Il forzato isolamento non gli impedì di partecipare alla rivolta decabrista del 1825.
Nel 1826 il nuovo zar Nicola II lo chiamò a Mosca per offrirgli una occasione di "ravvedimento". Il "perdono" era in realtà una sorveglianza ancora più diretta e paralizzante. L'essere sceso a compromesso con il potere gli alienò per di più l'entusiasmo dei giovani. Nel 1830 Puškin sposò la bellissima Natal'ja Goncarova, che gli diede quattro figli ma anche molti dispiaceri per la condotta frivola che alimentava i pettegolezzi di corte. In seguito a uno di questi pettegolezzi, Puškin sfidò a duello il 27 gennaio 1837 il barone francese Georges D'Anthès, a Pietroburgo. Ferito a morte, Puškin spirò due giorni dopo.