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In un momento di retorica di guerra dilagante, vi proponiamo i testi di alcune canzoni di Bulat Okudzava. Canzoni/poesie o poesie canzoni che si fanno testimonianza di sentimenti condivisi e volutamente ignorati da chi le guerre le decide per tutti. “Perché noi partiamo/quando sulla terra scoppia la primavera?” : sembra ciò che di più semplice e dirompente si possa dire del triste 20 marzo di un anno fa; perché, perché sembrano ripetere oggi questi versi a chi quella guerra l’ha voluta contro ogni logica.
Chi non accetta la guerra non è un costruttore di pace, ma sprezzatamene chiamato “pacifista”. La regina raccomanda caldamente al re prima di partire per la guerra di non dare alito a dubbi:
“Suonagliele bene, altrimenti passerai per pacifista
e di far bottino di buoni panforti non dimenticare”
La canzoni di protesta di Okudzava, come quella di tanti altri cantautori degli anni 1960-1980 in URSS, sono quanto mai attuali perché non rappresentavano un pensiero di nicchia ma sensazioni, condizioni comuni ai più, all’uomo di ogni tempo e di ogni luogo.
Chi non accetta la guerra non è un costruttore di pace, ma sprezzatamene chiamato “pacifista”. La regina raccomanda caldamente al re prima di partire per la guerra di non dare alito a dubbi:
“Suonagliele bene, altrimenti passerai per pacifista
e di far bottino di buoni panforti non dimenticare”
La canzoni di protesta di Okudzava, come quella di tanti altri cantautori degli anni 1960-1980 in URSS, sono quanto mai attuali perché non rappresentavano un pensiero di nicchia ma sensazioni, condizioni comuni ai più, all’uomo di ogni tempo e di ogni luogo.
(20/3/2004)
*Tutti i testi sono tratti da Canzoni russe di protesta, a cura di Pietro Zveteremich, Garzanti, 1972