La rappresentazione, che narra l'incredibile vicenda di uno scienziato russo, è frutto del sodalizio artstico BG&G
Brividi, emozioni forti, di dolore inenarrabile e di indicibile speranza ad un tempo, hanno percorso gli spettatori di “Sotto le macerie”, messa in scena a Messina il 28 e il 29 dicembre scorso, nell'anniversario del catastrofico terremoto del 1908 che distrusse la città. Il protagonista è un russo, ma questa volta non ha niente a che fare con le eroiche gesta dei marinai delle navi Flotta del Baltico giunte in soccorso della popolazione.
Si tratta di Sergej Tchakhotine, uno scienziato che motivo dei suoi studi soggiornava sulle rive dello Stretto, le cui acque erano considerate una vera e proprio paradiso dei biologi marini. Tchakhotine quel dicembre era in compagnia della moglie e del figlio di due anni e tutti rimasero per molte ore sotto le macerie della loro casa, posta sopra una collina. Ma il destino volle che si salvassero e lo scienziato mettesse per iscritto la sua incredibile esperienza. Pronta per la pubblicazione in Germania nel 1928, non fu mai stampata. Fino a quando (ancora il destino) il dattiloscritto non arrivò, ottanta anni dopo, nelle mani di alcuni messinesi, cultori della lingua e del mondo russo. Il libro col racconto inedito in italiano e russo viene pubblicato nel 2008, nel centenario del sisma.
La messa in scena, la drammatizzazione come hanno voluta chiamarla gli autori, nasce dall'incontro artistico tra Gianni Di Giacomo, attore, Billy Pavia, musicista, ed il traduttore del libro, Giuseppe Iannello. A lungo maturata, l'idea ha trovato una forma teatrale che ha senza alcun dubbio coinvolto il pubblico. Una sorte di monologo accompagnato sullo sfondo dal tocco impeccabile della chitarra di Pavia e dalla bellissima voce del soprano Alena Zhyronkina; ed ancora gli effetti sonori puntuali, e le immagini dei disegni realizzati dal fratello dello studioso nel 1928. Una combinazione che ha fatto centro ed ha lasciato il segno in tutti coloro che vi hanno assistito anche per la straordinaria interpretazione di Di Giacomo, che non ha “mollato” un istante il pubblico.
“Sotto le macerie” è un'opera che supera le circostanze, quelle del ricordo del sisma, ed è stata pensata in chiave prettamente artistica; per questo non ha potuto non far piacere ai suoi autori, sentirsi dire: “non vi fermate”, “questa sera è solo l'inizio”. Il gruppo BG&G, questo il nome del sodalizio artistico artefice delle serate, ora ci crede, ha ricevuto delle proposte per replicare oltre i confini della città ed ha già in cantiere nuove idee.
Gabriele Gottardi
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"Un'opera che lascia incollati alla sedia" , recensione di Gianluca Previti