Letteratura
La notte del 21 Giugno
Un capitolo dal romanzo inedito in Italia "Per la giusta causa" di Vasilij Grossman nella traduzione di Pietro Zveteremich.
Il romanzo "Per la giusta causa" di Vasilij Grossman rappresenta il primo atto di una dilogia che si conclude in "Vita e destino", presentato recentemente su questo sito insieme a una biografia dello scrittore. Il testo ebbe una gestazione difficile a causa degli interventi che Grossman fu costretto ad apportare, in seguito alle pressioni del regime, per evitare che la censura ne impedisse la pubblicazione. Poiché il romanzo non è ancora stato pubblicato in Italia nonostante il meritato successo di "Vita e destino", riteniamo di fare cosa gradita ai nostri lettori pubblicando un capitolo tradotto per l'antologia "Narratori russi moderni" di Bompiani (1962) dallo slavista Pietro Zveteremich , a cui Russianecho è specialmente legato.
- Scritto da Vasilij Grossman (trad. P. Zveteremich)
- Categoria: Letteratura
La nonna d'altri
LA NONNA D'ALTRI
di Andrej Ghelasimov
Beh, per quanto riguarda il lavoro, per me va bene tutto. Mi dicono di andare e io vado. Se me lo chiedono significa che c’è bisogno. Posso farmi il turno di notte o quello diurno. È così che ci hanno educati. Il partito diceva: “È necessario” e la gioventù comunista rispondeva: “Pronti”. E come sarebbe potuto essere altrimenti? Altrimenti mi avrebbero spedito in pensione già da tempo.
E così hanno sempre bisogno di qualcuno. C’è chi non ha problemi con gli orari. Io, invece, a dire il vero, qualche problema ce l’ho. Lavorare di notte comincia a pesarmi.
Semplicemente, così andrà meglio.
Il capoturno mi dice: «Beh, come stai Ivanovna?»
E io rispondo: «Non mi lamento, Nikolaj Grigorjevič. Quando devo uscire?».
Lui sorride e mi dice: «Brava la mia lavoratrice».
Nikolaj Grigorjevič ha solo ventidue anni. Ha appena preso il diploma. Mia figlia, la più grande, di anni ne ha già trenta. Ma i soldi per andare a trovare i nipoti a Mosca non ce l’ho. Guardo le foto. A colori, sono belle, e sul retro a chiare lettere c’è scritto Kodak. Azzurre come un tatuaggio. Valerka ne aveva uno così sul braccio sinistro. E uno sulla spalla. Diceva che in flotta ce l’avevano tutti. Un’ancora intrecciata da una grossa corda. Sulla spalla, però, non aveva un’ancora. Lì aveva scritto “Lena”. Poi aveva tentato di farselo togliere, ma le cicatrici lo facevano intravedere comunque.
- Scritto da Andrej Ghelasimov (trad. R. Lanzi)
- Categoria: Letteratura
Tu puoi
TU PUOI
di Andrej Ghelasimov
La gente non dovrebbe imbottirsi la testa di sciocchezze. Mia moglie me lo ripete in continuazione. Si chiama Lenka, età 34 anni, occhi castani, ama i cannoli, la nazionale italiana di calcio e i soldi. Non mi ha mai messo le corna, o perlomeno non me l’ha mai confessato. Chi lo sa cosa si tengono dentro. La farei fuori seduta stante. E insomma, le cose vanno bene, tiriamo a campare. Capita pure che ci si diverte. Lei crede nei soldi come crede in Dio. «Non ti imbottire la testa di sciocchezze», mi dice. Vorrei proprio sapere di cosa dovrei riempirmela allora! Per esempio, me ne sto seduto e penso quanti anni ancora potranno mai durare le sedie. Intendo, non solo le sedie in generale, ma quelle sedie che non hai comprato tu stesso; cioè, quelle che hai ricevuto dai genitori, dagli amici. L’inizio della vita familiare. Del resto, cos’altro si dovrebbe regalare a un matrimonio? Cioè, quanta parte della tua vita puoi passare seduto sulle sedie per le quali non hai tirato fuori un soldo? Qualcosa come quindici anni. Quindici anni seduto su sedie regalate, due figli, una bella ulcera gastrica, ferma antipatia verso qualsiasi tipo di dirigenza, ogni rapporto con i vecchi amici ormai defunto da tempo, e aggiungiamoci anche l’abitudine di odiare tutto il parentado. E poi pensi sempre che la vita è appena iniziata.
- Scritto da Andrej Ghelasimov (trad. R. Lanzi)
- Categoria: Letteratura
Dieci poesie (1971-2004)
Inna L'vovna
LISNJANSKAJA
Note biografiche:
Poeta, nata nel 1928 a Baku, vive a Mosca dalla metà degli anni '50.
Pubblica i suoi versi, ma anche traduzioni dall'azero, tra difficoltà sempre crescenti, fino al 1980. Prende parte, con il marito, Semen Lipkin, anch'egli poeta, all'almanacco "Metropol'"; dopo l'abbandono in segno di protesta contro le misure persecutorie adottate dal regime nei confronti dei membri dell'almanacco Viktor Erofeev e Evgenij Popov, la Lisnjanskaja esce dall'Unione degli Scrittori dell'URSS insieme a Lipkin e ad Aksenov, e fino alla fine degli anni '80 pubblica soltanto all'estero.
Negli anni '90 ha finalmente ottenuto il meritato riconoscimento, ottenendo il premio nazionale "Russia" per la letteratura (1998), il premio Aleksandr Solgenitsin (1999), i premi delle riviste Arion (1995) e Znamja (2000).
- Scritto da Inna L. Lisnjanskaja (trad. F. Gabbrielli)
- Categoria: Letteratura