In libreria
La Russia post-sovietica
LA RUSSIA POST-SOVIETICA
di Roj Medvedev
Edizioni Einaudi, pagg.413
Narrazione dettagliata della "monarchia" di Eltsin, il saggio di Medvedev ci porta per mano attraverso un decennio di giochi di potere, alternanza ai vertici, calcolo politico, promesse e menzogne, saccheggi legalizzati in una economia agonizzante creata per inettitudine dallo stesso potere politico in una aberrante Odissea nella "nuova" Russia.
Il lettore assiste inerme allo sfacelo e smantellamento del sistema industriale che fù sovietico, alla vendita all'Occidente per un "piatto di lenticchie" di tecnologie e know how industriali sofisticatissimi, alla
- Scritto da Andrea
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Non-memorie
NON-MEMORIE
di Jurij Lotman,
Interlinea Editore, 126 pagg.
Il brano che segue, apparso su "La Repubblica", è tratto dalle memorie di Jurij Lotman, semiologo e critico russo di fama mondiale, morto a Mosca nel 1993. I suoi ricordi furono registrati dallo studioso su nastro magnetico l'anno prima della sua morte, e l'episodio narrato si riferisce al periodo di guerra, che Lotman visse su vari fronti, compreso l'estone Tartu.
* * *
Nella casa in cui vivevamo (io, Zara Grigor'evna, mia moglie, e i bambini) secondo la consuetudine tartuense di allora, le porte non venivano mai chiuse a chiave. In quel periodo a Tartu non era cosa rara. Entrando in casa e attraversando una minuscola anticamera, si poteva accedere direttamente alla nostra stanza più grande, dove c'era la sala da pranzo, il salotto per gli ospiti e il mio studio.
- Scritto da Russianecho
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Nuovo Medioevo
NUOVO MEDIOEVO
di Nikolaj Berdjaev
Fazi Editore, anno 2000, 194 pagg.
dalla "Repubblica" di sabato 9 dicembre:
Lo spirito antico del popolo russo
Esce "il nuovo medioevo" di Nikolaj Berdjaev
di UMBERTO GALIMBERTI
Capita a tutti di interpretare l'altro a partire dalla propria visione del mondo. Ma quando la propria visione del mondo è tropo schematica o eccessivamente semplificata, dell'altro non capiamo proprio niente.
Dico queste cose a proposito di noi occidentali: europei, e americani soprattutto, che, a partire dalla dominanza economica che condiziona la nostra visione del mondo, abbiamo trascurato lo spirito dei popoli costringendoli nell'angusto schema: comunismo/capitalismo per concludere che il mondo poteva essere globalizzato perché reso uniforme, cioè capitalistico, dopo il crollo del comunismo.
- Scritto da Umberto Galimberti
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