Alcune note biografiche dell'Autore dei racconti "Villa Borghese" e "Il vecchio cuoco"
Lo scrittore Konstantin Georgevic Paustovskij nasce il 19 maggio 1892 a Mosca in vicolo Granatnij. Il padre, impiegato addetto alle statistiche nell'amministrazione ferroviaria, a dispetto della professione è un sognatore, ama il teatro e in famiglia i ragazzi studiano canto e pianoforte. Inoltre, i Paustovskij sono obbligati a frequenti spostamenti, e Konstantin finisce col seguire il liceo classico a Kiev, dove trova buoni insegnanti di letteratura russa, storia, psicologia. Legge molto e comincia a scrivere poesie. Quando i genitori divorziano è ancora molto giovane ed è costretto a piccoli lavori per pagarsi gli studi. Nel 1912 si diploma ed entra nel dipartimento di Storia naturale dell'università di Kiev, quindi pubblica il suo primo racconto, "Sull'acqua". Due anni più tardi si trasferisce a Mosca, alla facoltà di Legge.
Già durante l'ultimo anno di liceo, mentre scrive il suo primo racconto, Paustovskij ha deciso di diventare scrittore, ma ritiene che occorra "cominciare a vivere", per "sapere tutto, sentire tutto e capire tutto" - "Senza questa esperienza di vita il viaggio per diventare uno scrittore diverrebbe impossibile". In quest'ottica, nel corso degli anni Paustovskij accumulerà esperienze diverse, lavorando in uno stabilimento metallurgico a Brjansk, in una fabbrica di caldaie a Taganrog e anche in una cooperativa di pescatori sul mare d'Azov, ma soprattutto viaggiando molto.
Quando scoppia la Prima Guerra Mondiale, Konstantin non viene richiamato alle armi in quanto la legge prevedeva l'esenzione per i figli minori di ogni nucleo familiare. Si offre quindi come infermiere per servire su un treno ospedale, un convoglio che trasporta i feriti di guerra attraverso l'immensa pianura russa. E' allora che conosce e s'innamora della Russia centrale e delle sua città. Si ritrova sucessivamente su un treno nei pressi del fronte polacco, quindi in servizio su un'ambulanza da campo, ma la guerra lascia nel suo animo una profonda ferita, privandolo di due fratelli, caduti in battaglia nello stesso giorno.
Nel tempo libero inizia a scrivere il suo primo romanzo, "I romantici", che verrà pubblicato solo nel 1930 a Mosca. La Rivoluzione di febbraio lo trova nella regione di Tula; torna quindi a Mosca e inizia a lavorare come reporter per alcuni giornali, divenendo testimone diretto di tutti gli eventi occorsi a Mosca durante la Rivoluzione d'Ottobre.
Dopo la rivoluzione, riprende a viaggiare per il paese: si ferma per qualche tempo a Kiev, presta poi servizio nell'Armata Rossa, combattendo "contro ogni sorta di ataman", infine arriva a Odessa, dove lavora per il giornale" Il marinaio". Lì entra in contatto con un gruppo di giovani scrittori, tra i quali Kataev, Il'f, Babel', Bagritskij e altri. Di nuovo spinto dal suo spirito errabondo, riprende le sue peregrinazioni, andando a vivere a Sukhumi, Tbilisi, Erevan, per tornare finalmente a Mosca, dove lavora per alcuni anni come redattore del giornale "Rost" e inizia a pubblicare i suoi scritti. Il suo primo libro, "Morskje nabroski" ("Schizzi di mare") è del 1925, poi è il turno della novella "Nuvole luminose" (1929) e del romanzo "Kara-Bugaz'" (1930), che narra la natura misteriosa di alcuni avvenimenti accaduti nei dintorni della baia di Kara-Bugaz dal 1847 agli anni della guerra civile. In esso, il materiale documentario è organicamente fuso con la parte piu' squisitamente narrativa. Dopo la pubblicazione di quest'opera, che gli guadagna una grande notorietà, lascia definitivamente il lavoro e la scrittura diviene la sua unica attività.
Paustovskij continua a viaggiare molto, e ogni viaggio diventa un libro: una visita a Poti ispira "Colchide", e "Mar Nero" segue un periodo trascorso lungo le sue coste. Nel corso degli anni della sua attività letteraria, ha praticamente attraversato l'intera Unione Sovietica.
Durante la Grande Guerra Patriottica è corrispondente di guerra, spostandosi da un punto all'altro del fronte. Dopo la guerra, ormai scrittore di fama consolidata, per la prima volta visita l'Occidente: Cecoslovacchia, Italia, Turchia, Grecia, Svezia, ecc. L'incontro con Parigi è, però, per lui un momento particolarmente caro e ricco di suggestioni.
Paustovskij ha scritto anche una serie di libri sulla creazione artistica e su artisti di rilievo: "Orest Kiprenskij", "Isaak Levitan" (1937), "Taras Shevchenko " (1939), "Il racconto dei boschi" (1949), "La rosa d'oro" (1956) - una storia sulla letteratura, sulla "meravigliosa natura del lavoro dello scrittore".
Negli ultimi anni della sua vita lavora su un grande progetto autobiografico, "Storia di una vita", che può a ragione essere considerato la summa della ricerca creativa dello scrittore, che si compone di sei volumi, pubblicati fra il 1945 e il 1963.
Kostantin Paustovskij muore il 14 luglio 1968 a Mosca, per essere poi sepolto a Tarusa.