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Chi si fosse trovato ad assistere al nuovo film di Marco Bellocchio "L'ora di religione", nelle sale dal 19 aprile, si sarà forse chiesto a chi appartengano i versi recitati dalla giovane insegnante Diana durante il primo incontro con il protagonista Ernesto Picciafuoco e da questa attribuiti a un poeta russo.

L'arcano lo svela lo stesso Bellocchio nel corso di una intervista: "La recente santificazione di una coppia di piccoli borghesi mi ha colpito e mi ha fatto pensare a mia madre. In lei c'era una disponibilità, uno spirito di sacrificio, una rinuncia alla vita totali, ma, al di là di ogni giudizio, questo non basta.

La poesia che viene recitata da uno dei personaggi, scritta dal padre di Tarkovskij, è un momento chiave della vicenda, perché ci dovrebbe essere sempre, in ciascuno di noi, questa insoddisfazione assoluta e permanente, un cercare sempre qualcosa di nuovo, di meglio."

L'autore della poesia "E' fuggita l'estate" è quindi Arsenij Aleksandrovic Tarkovskij, padre del regista cinematografico Andreij, nato a Elizavetgrad, in Ucraina, nel 1907. A lungo osteggiato in patria, i suoi versi ritenuti "nocivi e pericolosi", vide pubblicato il suo primo libro soltanto nel 1962. In Italia, alcune raccolte di versi sono state pubblicate da Sheiwiller (Poesie scelte, 1989), Ed. Tracce (Poesie e racconti, 1991), Ed. Scettro del re (Poesie scelte, 1992). Sopravvissuto al figlio Andreij, morto a Parigi nel 1986, Arsenij si è spento a Mosca il 27 maggio 1989.

E' curioso e interessante sottolineare che non è la prima volta che i versi di "E' fuggita l'estate" approdano sul grande schermo: certamente a Bellocchio, da buon "cinephile" , non sarà sfuggito che essi vengono citati anche da uno dei protagonisti di "Stalker" (1979), celebre film di Andreij Tarkovskij, quasi un omaggio del regista, conosciuto e rispettato anche all'estero, all'arte paterna, costretta a lungo nell'ombra lunga del regime. Sul rapporto fra i due Tarkovskij, fra il cinema di Andrej e la poesia di Arsenij, vi invitiamo comunque alla lettura di un approfondito articolo della rivista "Controluce".

Ascolta "E' fuggita l'estate" nella versione tratta dal film "Stalker"

Un primo piano di Aleksandr Kaidanovsky, protagonista di

 

Ma ecco i versi di "E' finita l'estate" di Arsenij Tarkovskij, che pubblichiamo con testo cirillico a fronte:

"E' finita l'estate"

E' fuggita l'estate,
più nulla rimane.
Si sta bene al sole.
Eppur questo non basta.

Quel che poteva essere
una foglia dalle cinque punte
mi si è posata sulla mano.
Eppur questo non basta.

Ne' il bene ne' il male
sono passati invano,
tutto era chiaro e luminoso.
Eppur questo non basta.

La vita mi prendeva,
sotto l'ala mi proteggeva,
mi salvava, ero davvero fortunato.
Eppur questo non basta.

Non sono bruciate le foglie,
non si sono spezzati i rami...
Il giorno è terso come cristallo.
Eppur questo non basta.

Arsenij Tarkovskij.

 

Вот и лето прошло,
Словно и не бывало.
На пригреве тепло.
Только этого мало.

Всё, что сбыться могло,
Мне, как лист пятипалый,
Прямо в руки легло.
Только этого мало.

Понапрасну ни зло,
Ни добро не пропало,
Всё горело светло.
Только этого мало.

Жизнь брала под крыло,
Берегла и спасала.
Мне и вправду везло.
Только этого мало.

Листьев не обожгло,
Веток не обломало...
День промыт, как стекло.
Только этого мало.

Арсений Тарковский.

Стихи разных лет.
Москва, "Современник" 1983.