Per molti russi il barone di Munchausen aveva - e avrà sempre - il suo volto. Per molti russi, la sua scomparsa segna la fine di un'epoca, perchè Oleg Jankovskij è stato per loro assai più di un attore famoso, è stato "l'attore", il protagonista di film che hanno segnato intere generazioni di suoi connazionali.
In Occidente, è conosciuto soprattutto per essere stato l'interprete dello splendido "Nostalghia" di Andrej Tarkovskij, per il quale ha recitato anche ne "Lo specchio".
Oleg Ivanovic Jankovskij è morto mercoledì scorso a Mosca all'età di 65 anni. La malattia lo divorava ormai da molti mesi, ma aveva cercato di evitare il chiasso mediatico attorno ad essa e non aveva neanche voluto abbandonare il "Lenkom", il teatro moscovita dove ha recitato per trent'anni, continuando fin quasi alla fine a salire sul palco nella pièce "Il matrimonio" di Gogol'.
E tuttavia, la sua bellezza, la sua eleganza sulla scena come nella vita, le sue innate doti recitative che lo hanno reso "il volto" cinematografico della letteratura russa e il preferito dai più talentuosi registi russi, tutto ciò gli sopravviverà. E' il destino dei grandi attori. Da poco è uscito nelle sale l'"Anna Karenina" di Suvorov, in cui Jankovskij veste la parte di Alekseij Karenin, mentre appena una settimana fa il regista de "L'isola" Lunghin ha presentato a Cannes il suo nuovo film, "Lo zar", in cui Jankovskij interpreta il metropolita Filipp, un ruolo che resterà il suo testamento artistico e in cui dà, ancora una volta, una compiuta espressione all'anima russa nel momento della fede.
E così vogliamo anche noi ricordarlo: dominare la scena in tanti film che ha reso indimenticabili grazie al suo talento. Прощай, Олег Иванович.
Note biografiche:
Oleg Ivanovic Jankovskij nacque a Djezkazgan nel 1944 in una famiglia originariamente appartenente alla nobiltà polacca e di tradizioni militari. Il padre fu vittima delle repressioni staliniane del 1937, ma riuscì a ricongiungersi ai propri cari e con essi si trasferì a Saratov nel 1951. Nel 1957 il fratello maggiore di Oleg, Rostislav, andò a Minsk per recitare in teatro e, dopo un anno, chiamò con sè Oleg. Appassionato di calcio più che di teatro, poco tempo dopo il giovane preferì tornare a Saratov, ma cominciò a frequentare la locale scuola di recitazione, terminando gli studi nel 1965. Pur non essendo uno studente particolarmente dotato, risultò presto evidente a tutti che sarebbe diventato un grande "animale da palcoscenico"...
La sua carriera di attore ebbe inizio, per l'appunto, in teatro, ma durante una tournée, a Lvov, fu notato per il suo portamento "ariano" dal regista cinematografico Basov, che lo volle in "Lo scudo e la spada" per il ruolo di Enrich Schwarzkopf: quel film, a cui ne seguirono presto molti altri (circa un'ottantina al suo attivo in carriera), gli aprì la strada a una vastissima notorietà in patria.
Nel 1973 entrò a far parte della compagnia teatrale del "Lenkom", a Mosca, raccomandato al giovane regista Zacharov dall'attore Leonov, con cui aveva lavorato sul set delle riprese del film "Гонщики". Il connubio con il Lenkom è rimasto saldo fino all'ultimo, e proprio il teatro moscovita ha ospitato la camera ardente dell'attore.
Nel 1991 Jankovskij è stato nominato, insieme ad Alla Pugaceva, Artista del Popolo, l'ultimo dell'era sovietica: con un pizzico di ironia, amava ricordare che se lui era l'ultimo, il primo era stato Stanislavskij.
Oleg Jankovskij è ora sepolto nel cimitero di Novodevici, a Mosca.