CVETAEVA, Marina Ivanovna (1892-1941) | [prec.] [8] [succ.] |
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Traduzione dal russo di F. Gabbrielli.
Sono contenta che voi siate ammalato non di me,
sono contenta che io sia ammalata non di voi,
che mai la pesante sfera terrestre
manchera sotto i nostri piedi.
Sono contenta che si possa essere buffe lasciate
andare - e non giocare con le parole,
e non arrossire di un'onda soffocante
appena sfiorandosi con le maniche.
Sono contenta, inoltre, che voi davanti a me
tranquillamente abbracciate un'altra,
non mi augurate di bruciare nel fuoco
infernale perche bacio non voi.
Che il mio dolce nome, mio tenero,
non ricordate ne di giorno ne di notte - invano...
Che mai nel silenzio di una chiesa
canteranno sopra di noi: Alleluja!
Vi ringrazio con il cuore e con la mano
per il fatto che voi - senza saperlo!- cosi
mi amate: per la mia tranquillita notturna,
per la rarita degli incontri alle ore del tramonto,
per le nostre non-passeggiate sotto la luna,
per il sole non sopra le nostre teste,
per il fatto che voi siate ammalato-ahime!-non di me,
per il fatto che io sia ammalata - ahime!-non di voi.