Pietro A. Zveteremich

Aggiornata il 29 Maggio 2009  •  1 Commenti

Mosca "underground"


nottidimosca2.jpg (37071 bytes)Nel 1970 viene pubblicata un’altra opera dello Zveteremich che suscita reazioni in ambito internazionale: è il romanzo fantastico Le notti di Mosca. Riposa in pace caro compagno. Ma questa volta nessuno sa che è lo slavista italiano l’autore. Zveteremich., che da qualche anno andava maturando con l’editore Maurice Girodias (lo scopritore di Miller Beckett, Nabokov) l’idea di una beffa letterararia che agitasse un po' le acque anche del rigido estabilshment sovietico, si firma con lo pseudonimo Vlas Tenin, che in russo richiama la parola ten’ che significa ombra; sarà solo nel ’86, quando uscirà una nuova edizione del romanzo che Zveteremich si rivelerà.

Le Notti di Mosca si presenta come un romanzo che rientra perfettamente in quel filone del grottesco, della satira, dell’assurdo, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente. In esso si raccontano le vicende di uno ti quei tanti gruppi-organizzazioni che hanno operato in Urss all’ombra dell’economia collettivistica e statalistica, gestendo in nero attività imprenditizie proibite dalle leggi sovietiche.
Gli eroi del romanzo si occupano di bare, tombe, cimiteri e con i loro servizi “vengono incontro” alle difficoltà che il cittadino sovietico doveva affrontare ogni qual volta si presentava il bisogno di dare degna sepoltura ad un proprio caro defunto.

Zveteremich descrive vicende e personaggi con toni di dissacrante realismo e cruda ironia; l’oscenità sembra fare da sfondo a tutto il romanzo, un’oscenità che vuole essere denudamento dalle ipocrisie e dalle pretese del regime. Gli eroi del romanzo sono l’antitesi del cittadino ideale sovietico e nelle loro attività illecite, nel loro contravvenire alla morale di stato, smascherano paradossalmente l’illeceità e l’amoralità del sistema.

La critica sovietica alla prima pubblicazione definì l’autore del romanzo un amorale e nel tentativo di identificare chi si nascondesse dietro lo pseudonimo di Tenin, disse che si doveva trattare di uno di quegli “scrittorucoli che lavorano per l’esportazione e cercano di farsi un nome denigrando, odiando e calunniando il proprio popolo” ( Quindi un russo!). Nella sua radicalità tale giudizio si rivela ovviamente radicalmente falso anche nell’ipotesi che fosse stato un russo l’autore: all’epoca nel samizdat’ circolavano ampiamente opere dello stesso tenore, prodotte da scrittori che negli anni seguenti avranno larghissima diffusione, successo e riconoscimento artistico-letterario.

In Occidente il romanzo ( tradotto prestissimo in America ,Olanda, Giappone ed altri paesi) fu accolto positivamente da coloro che conoscevano profondamente la realtà sovietica e che ne comprendevano quindi la forza dirompente; il romanzo si autodefinisce fantastico, ma la realtà nell’URSS superava spesso di molto la fantasia. Zveteremich si rivela in esso non soltanto un abile “contraffattore” e acuto cronista, ma anche scrittore agile e piacevole; le Notti di Mosca sono per lo scrittore Alberto Bevilacqua “un gioiello...scritto con vera bravura”.

Giuseppe Iannello