Pietro A. Zveteremich

Aggiornata il 29 Maggio 2009  •  1 Commenti

“Non pubblicarlo costituisce delitto contro la cultura”


Dopo la lettura del manoscritto in originale del “Dottor Živago”, Zveteremich invia questa nota a Feltrinelli con la proposta di immediata pubblicazione.


La vicenda del romanzo si svolge dagli inizi del secolo alla fine della 2ª guerra mondiale: trascorre la Russia attraverso tre rivoluzioni, la guerra civile e le vicissitudini, il travaglio crudele del riassetto del paese, il suo dramma nel periodo del terrore da Ezov a Berija, le sue speranze e il suo affacciarsi a un’epoca nuova nelle ultime pagine di ripensamento sui destini dei personaggi. Il protagonista è il dottor Živago, intellettuale del ceto borghese illuminato e progressista. Egli è medico e letterato, partecipa alle ansie della Russia alla vigilia del rivolgimento: poi, in questo rivolgimento è preso come in un gorgo. Attraverso gli eventi in cui è trascinato, le sue meditazioni su di essi e sui destini del paese, si delinea la storia di esso in mezzo secolo.

Nel romanzo colpisce innanzi tutto la presenza della Russia, quale nessuno scrittore sovietico finora ci aveva dato, con la sua coscienza, con la sua anima, con la sua essenza morale. In ciò il libro fa pensare ai classici: ne ha la visione ampia e pacata, la serenità, l’oggettività di fronte agli accadimenti, pur portando sulle cose lo sguardo dell’uomo moderno, e non limitatamente russo. E’ lo sguardo di un uomo colto europeo del nostro tempo. Non solo per la ricchezza e limpidità puskiniane della prosa di Pasternak, ma per il suo atteggiamento illuminato, si pensa a quel che significò Puskin nella letteratura e nella cultura russa dell’epoca.

Il libro ha pagine e pagine mirabili, dove rinasce il senso delle cose, dove si dà un rapporto vivo ed autentico tra uomini e cose; dove si sente la Russia nella sua natura, nelle sue foreste e nei suoi inverni, nei suoi campi e nei suoi fiumi, nelle sue case e nei suoi treni; nelle misura del tempo; dove la si sente come un organismo vivente, con una propria fisiologia e una propria storia. Per il tono della pagina, per la sua vitale significatività molte volte si pensa ai migliori esempi di Bildungsroman.

Tutto ciò si trasmette al lettore mediante la rappresentazione limpida e concreta, benché non certo lineare, di figure, cose, fatti, dove Pasternak, pur soffrendo una forte tensione stilistica (che non sempre è risolta) dà lezione del miglior realismo che cessa di essere tendenza e si fa arte. Anche le meditazioni del dottor Živago e di altri personaggi sull’esperienza storica che vivono e sulle vie che percorre e percorrerà la Russia sono materia fondamentale del racconto e si fanno espressione narrativa.

Le idee e le concezioni enunciate nel romanzo sono generalmente ad un livello che le toglie dalla politica contingente, ma le frequenti considerazioni e giudizi su fatti realmente vissuti dall’Urss implicano necessariamente il consenso o il dissenso del lettore. Giudizi a volte aspri su taluni aspetti e manifestazioni dell’ordinamento sovietico potranno suscitare in taluni perplessità, interrogativi e repulsioni. Ciò va messo in conto anche se inoperante dal punto di vista di una valutazione estetica. Si aggiunga che se un’ideologia traspare al fondo dell’opera è quella di un cristianesimo filosoficamente ripensato, sciolto da ogni Chiesa, elevato a concezione del mondo e della vita; un dato di cultura, di civiltà.

Un’opera come questa esige d’essere accettata in forza della sua validità artistica, della sua verità interiore che pienamente la legittima. Ciò è quanto non può esser negato, come non può essere negato che nel Dottor Živago il lettore occidentale troverà per la prima volta una voce elevata sul piano della poesia, un’espressione artisticamente compiuta del travaglio vissuto dalla società russa, dal paese tutto, negli ultimi cinqunt’anni. Che non sia un autore di partito, un militante di parte ideologica ad essere pervenuto a un simile risultato è cosa che non può fare da velo al nostro giudizio. Forse, al contrario, ciò rappresenterà per i lettori occidentali, per i lettori non impegnati politicamente in favore dell’Urss, una garanzia di credibilità, di sincerità. Va notato che, alla fine, il libro lascia intravedere un’Urss avviata verso un’epoca nuova della sua storia, un’epoca che la ricongiunga ai tempi prerivoluzionari. L’autore sembra sperare in un socialismo che sia vita naturale della società, concluso il periodo delle abnormi impalcature sotto le quali ancora non sorge alcun edificio.

Ovviamente, chi parta nel suo giudizio da rigorismo ideologico e da considerazioni di partito troverà nel romanzo mille ragioni di rifiuto. E il fatto che il protagonista è un intellettuale ricco di problematica, un borghese che non giustifica né vuole giustificare i particolari momenti della lotta politica; che nutre una visione del mondo illuminata e permeata di un originale cristianesimo; e il fatto che il libro, nella sua sincerità assoluta, dia di aspetti e momenti della vita sovietica un quadro che non può esser certamente considerato positivo – tutto questo susciterà un’opposizione feroce da parte dei dottrinari del marxismo.

Il romanzo di Pasternak, a mio parere, è una grande cosa e l’Urss lo riconoscerà certamente fra una decina d’anni nel suo valore (aggiungo oggi: ne sono passati più di trenta! P. Zv.). Dopo anni e anni di opere mediocri o artefatte il Dottor Živago sorprende per la sua autenticità poetica (non valori artistici isolati, ma una qualità che investe l’intera opera). Ciò ad onta di determinati difetti che i critici vi potranno rinvenire, fra cui la relativa fragilità della struttura, la presenza innegabile del poeta nel narratore.

Al di là del pregio intrinseco dell’opera, della notorietà di Pasternak come poeta, la stima di cui gode anche all’estero consiglierebbe la pubblicazione di essa in Urss, se non per altro, a dimostrazione che voci valide e oneste, anche se non commisurate sugli schemi ufficiali vi hanno diritto di cittadinanza e d’espressione. Si deve infatti anche notare che dal libro sono assenti qualsiasi acrimonia, qualsiasi polemica ideologica e politica: esso è un’opera di poesia, di verità, di libertà interiore.

Il Dottor Živago è un messaggio diretto della letteratura russa, fuori dallo Stato, dalle forze organizzate, dalle idee ufficiali, nello stesso modo che lo furono i messaggi di Puškin, di Gogol’, di Blok. Non pubblicare un libro simile costituisce delitto contro la cultura.

Pietro Zveteremich

25/6/1956

© Zveteremich