Pietro A. Zveteremich

Aggiornata il 29 Maggio 2009  •  1 Commenti

Bloccate quel libro!

Nel carteggio Zveteremich-Pasternak- Feltrinelli pillole di storia della Guerra Fredda


Le autorità sovietiche tentarono di tutto per bloccare la pubblicazione de “Il Dottor Zivago” in occidente. Bisognava fermare l’editore Feltrinelli e Zveteremich che lo stava traducendo in prima mondiale. Si inventarono fra l’altro dei veri e propri falsi, telegrammi o lettere, delle quali ne riportiamo una che fu consegnata allo slavista italiano: la firma è autentica di Pasternak, ma gli fu estorta. Le altre lettere invece testimoniano della volontà irremovibile dello scrittore russo che il “suo romanzo venisse pubblicato e letto” senza badare alle conseguenze che questo potesse avere su di lui. Il romanzo uscì come previsto a Milano il 23 novembre del 1957. Il successo fu enorme. Pasternak come previsto fu ostracizzato in patria.


Autografo di Pasternak
Un autografo di Paternak
Mosca, 25 giugno 1957

Caro Zveteremich!
Un affettuoso saluto! La ringrazio per la cura e la premura che ha nei miei confronti. Se ne avrà la possibilità, si procuri per favore il numero di marzo della rivista “Esprit”. Vi troverà un articolo su di me e delle traduzioni. Io purtroppo non vedo niente di tutto questo, non ricevo e non so niente di ciò che ha a che fare con me. C’è stata una proposta all’editrice Gallimard per pubblicare “Il dottor Zivago” in traduzione francese. Sicuramente i traduttori e le traduttrici M-lle Hélène Peltier, M-me Jacqueline de Proyart de Baillescourt, M. Aucouturier e altri si sono scritti con Feltrinelli a proposito, così come avranno fatto i rappresentanti dell’inglese Collins. Vorrei che tutti loro sapessero che non si deve ritardare l’uscita del libro, qualsiasi conseguenza possa avere per me. Io ho scritto il romanzo affinché esso sia pubblicato e letto, e questo resta il mio unico e principale desiderio. Ancora i migliori auguri. Io mi sto rimettendo e forse presto La vedrò.

Suo B. Pasternak



Mosca, 19 settembre 1957

Egregio signor Zveteremich, mi è noto che siete uno dei traduttori in lingua italiana del mio romanzo Il dottor Zivago. Nel processo del mio ulteriore lavoro sul manoscritto del romanzo sono giunto alla profonda convinzione che quanto da me scritto non si può considerare un’opera finita. Considero l’esemplare del manoscritto di questo romanzo che si trova presso di voi come una preliminare variegate bisognosa di serio perfezionamento di un’opera futura. Sotto tale forma ritengo impossibile la pubblicazione del libro. Sarebbe in contraddizione con la mia regola di pubblicare soltanto opere completamente finite. Giunto a tale convincimento, ho a suo tempo inviato al signor Feltrinelli un telegramma, chiedendo di fermare il lavoro di traduzione del romanzo. Con mio stupore il signor Feltrinelli non mi ha risposto, rivelando in tal modo una mancanza di considerazione verso di me in quanto autore. In questi giorni inoltre sono venuto a sapere che il signor Feltrinelli ha distribuito fotocopie del manoscritto del romanzo a case editrici di vari paesi. Ritengo che voi siate in grado di capire come io non desideri affatto che venga pubblicata un’opera non finita. Con profonda stima,
B. Pasternak



Roma, 5 ottobre 1957

Caro Feltrinelli,
a Mosca l’atmosfera creata attorno al libro è molto brutta. Ne fanno un grosso scandalo. Definiscono la sua uscita “un colpo contro la rivoluzione”. Evidentemente in mala fede. Tanto più che ho avuto piena conferma che il libro doveva uscire in URSS. Ho visto il contratto di Pasternak con la casa editrice sovietica datato 7 gennaio 1957, nonché una lettera a Pasternak d’uno scrittore che gli parlava dell’intenzione di una rivista di pubblicarne brani. Ho conosciuto il redattore editoriale incaricato della revisione. Pare che al CC del PCUS, Pospelov e altri fossero dell’avviso di pubblicarlo. Tutto è cambiato a causa delle pressioni dell’Unione degli Scrittori, che in questo caso è stata più intransigente del partito che gli ha forzato la mano.
Attualmente un legale del CC del PCUS si occupa della faccenda relativa alla cessione dei diritti all’estero (cioè a te), ma non credo che legalmente possa venire a capo di nulla. E attraverso di lui che si è indotto Pasternak a mandare il noto telegramma e lo si indurrà a mandare altre smentite e lettere (come quella fattami pervenire attraverso la VOKS di Mosca).
Pasternak ti raccomanda di non tenerne conto e non vede l’ora che il libro esca. Ciò benché lo minaccino di affamarlo e già li abbiano tolto i lavori commissionati. Pasternak ti prega di non far trapelare niente che tu hai con lui un contratto in base al quale gli assegni una certa cifra. Un accordo sì, ma nulla di concreto rispetto a compenso. Questo aggraverebbe in modo imprevedibile la sua posizione. La sua salvezza è che si crede che lui non percepisca nulla.
Pietro Zveteremich



Mosca, autunno 1957
Cher Monsieur [Zveteremich],
je vous rende mes meilleurs grâces pour vos soins émouvantes. Pardonnez moi les injures que mon pauvre sort vous inflige et sera peut être contrainte d’attirer encore. Que notre future lointain, la foi en lequel m’aide à vivre, vous protège.
B. Pasternak



© Copyright sulle lettere: Eredi P. Zveteremich


lettera del 25 giugno 1957 - pagina 1 lettera del 25 giugno 1957 - pagina 2
l'originale della lettera
del 25 giugno 1957 - pagina 1
la lettera del 25 giugno 1957
pagina 2
busta contenente biglietto in francese busta contenente biglietto in francese
busta per Zveteremich dell'autunno 1957
retro della busta contenente il testo in francese
lettera dattiloscritta falsa con firma autentica
lettera dattiloscritta falsa
con firma autentica di Boris Pasternak