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Storia dell'Hockey in Russia - Dall'arrivo di Tikhonov all'esodo verso la NHL
I due grandi rivali, Tikhonov (a sinistra) e Fetisov (a destra)
Tikhonov, discreto difensore del VVS e della Dinamo Mosca, iniziò la propria carriera di tecnico come assistente di Chernishev proprio nella formazione della Polizia, prima di essere assunto dalla Dinamo Riga nel 1971: la squadra della Lettonia beneficiò enormemente del nuovo allenatore, riuscendo a guadagnare la promozione nella massima serie; Tikhonov aveva creato una compagine davvero interessante, le cui soluzioni tecnico-tattiche creavano problemi anche alle grandi potenze del campionato.
Nel 1976, in occasione della prima Canada Cup, i dirigenti della Federazione Sovietica decisero di indebolire la nazionale, chiamando Tikhonov alla guida di quella squadra sperimentale; l'anno successivo, dopo che l'URSS aveva conquistato solamente un argento ed un bronzo ai Mondiali del 1976 e 1977, subentrò ufficialmente a Loktev e Kulagin sia nel CSKA sia nella nazionale.
Con Tikhonov, la CCCP riprese il proprio cammino vincente, estendendo il proprio dominio anche negli anni '80, nonostante qualche battuta d'arresto (Olimpiadi di Lake Placid del 1980); i giocatori principali della nuova decade furono i magnifici componenti della Green Unit, lo spettacolare quintetto proveniente dal CSKA:
- Viacheslav Fetisov (il capitano) e Alexander Kasatonov in difesa
- Il KLM, la celeberrima linea offensiva formata da Vladimir Krutov (The Tank), Igor Larionov e Sergei Makarov.
Il soprannome "Green Unit" fu ideato da qualche giornalista nordamericano che rimase colpito dalle magliette verdi indossate dai cinque fuoriclasse durante gli allenamenti; Pavel Bure, al tempo giovanissima promessa, raccontò più volte di rimanere "estasiato" nel vedere i cinque campioni allenarsi.
Oltre ai cinque fuoriclasse, l'URSS poteva disporre di altri ottimi giocatori, come ad esempio:
- Zinetula Bilyaletdinov e Vasili Pervukhin, difensori della Dynamo Mosca;
- Sergei Shepelev, attaccante dello Spartak Mosca, eroe della finale di Canada Cup nel 1981.
- Viacheslav Bykov, attaccante del CSKA
- Helmut Balderis, attaccante lettone di Dinamo Riga e CSKA.
Purtroppo, dopo il ritiro di Tretiak, l'Unione Sovietica non riuscì mai a trovare un degno sostituto, ma d'altronde rimpiazzare una simile leggenda era praticamente impossibile: Vladimir Myshkin e Sergei Mylnikov, pur essendo degli ottimi portieri, non erano dotati delle stesse abilità di Tretiak.
Soltanto le stelle della NHL furono in grado di contrastare la Big Red Machine, in memorabili incontri nella Canada Cup: nel 1981 l'URSS vinse il trofeo, umiliando 8-1 i padroni di casa, i quali si rifecero con due vittorie nel 1984 e nel 1987; quest'ultima edizione segnò l'apice delle sfide tra le due grandissime scuole, infatti, le tre partite di finale raggiunsero livelli di tecnica, spettacolarità ed emozione mai visti in precedenza.
Nonostante i grandi successi, la figura di Tikhonov fu più volte messa in discussione e contestata, soprattutto dagli osservatori occidentali: il tecnico, infatti, era un tiranno che non ammetteva critiche e osservazioni e che spesso umiliava i giocatori che non accettavano i suoi ordini.
Tuttavia, Tikhonov sarà per sempre ricordato come colui che cercò in tutti i modi di bloccare l'esodo verso la NHL: le franchigie nordamericane avevano da tempo messo gli occhi sui principali fuoriclasse russi, i quali avevano più volte espresso il loro desiderio di lasciare l'URSS. Ben presto i giocatori, guidati da Fetisov e Larionov, si ribellarono al regime comunista, chiedendo apertamente di essere lasciati liberi; solo Kasatonov rimase fedele al vecchio tecnico, anche se questo creò dei grandi attriti tra lui e il resto della squadra. Il culmine della "guerra" tra le due fazioni avvenne nel 1989, quando Tikhonov decise di mettere fuori squadra Fetisov, provocando una ribellione da parte dei compagni.
Dopo numerose lotte, scontri e battaglie, le barriere furono finalmente rotte: il 25 maggio 1989 l'Armata Rossa annunciò il rilascio dei propri principali fuoriclasse e Sergei Priakin, ingaggiato dai Calgary Flames, diventò il primo giocatore sovietico a firmare un contratto con una franchigia NHL con il consenso del governo comunista; il 1° luglio Makarov, Fetisov e Larionov si accordarono rispettivamente con i Flames, i New Jersey Devils e Vancouver Canucks.
Sempre nel 1989 Alexander Mogilny, al termine dei Mondiali di Svezia, lasciò improvvisamente il ritiro della nazionale per poi ricomparire due giorni dopo a Buffalo, dove aveva appena firmato un contratto con la dirigenza dei Sabres.
Tuttavia, l'ambientamento nel nuovo campionato fu molto complesso, a causa delle differenze tra la NHL e la Lega Sovietica, come ad esempio la superficie di dimensioni inferiori e lo stile di gioco basato principalmente sulla fisicità invece che sulla tecnica; Fetisov raccontò che l'ultima rissa in cui era rimasto coinvolto era avvenuta durante i Mondiali Juniores del 1978, mentre nella NHL le "scazzottate" erano in pratica una costante.
Inoltre le difficoltà linguistiche, unite ad un certo disprezzo da parte di compagni, avversari e tifosi non facilitarono la situazione; non dimentichiamoci infine che molti giocatori arrivarono in Nord America, quando la loro carriera era già nella fase calante: Krutov, ad esempio, dopo aver deliziato per anni gli spettatori europei, si rivelò una delusione per i Vancouver Canucks.
Nonostante Makarov avesse ricevuto il premio come Rookie dell'anno, molti critici si chiesero se i Russi fossero davvero in grado di giocare nella NHL; tuttavia, questi dubbi furono spazzati via in pochissimo tempo poiché, dopo i difficili esordi, il talento alla fine esplose.
Inoltre le varie franchigie avevano iniziato a posare le loro attenzioni non solo sui veterani, ma anche sulle giovanissime promesse: negli anni a seguire anche Igor Fedorov (anche lui con una defezione dall'URSS) e Pavel Bure, compagni di linea di Mogilny nel CSKA e nella nazionale, debuttarono nel campionato professionistico nordamericano.
(Anni più tardi il Presidente Eltsin consegnò personalmente a Mogilny e Fedorov, il Passaporto della Repubblica Russa).
Nel 1994 la Stanley Cup fu vinta dai New York Rangers, squadra in cui militavano Alexei Kovalev, Sergei Nemchinov, Sergei Zubov e Alexander Karpovtsev, primi giocatori russi ad alzare il mitico trofeo; nel 1997 i Detroit Red Wings trionfarono grazie al contributo dei Russian Five, Slava Fetisov e Vladimir Konstantinov in difesa, Slava Kozlov, Igor Larionov e Sergei Fedorov in attacco, la prima linea completamente russa nella storia della NHL. Ora, quasi tutte le franchigie della NHL hanno sotto contratto numerosi giocatori provenienti dall'ex Unione Sovietica.
La Green Unit (da sinistra a destra): Kasatonov, Makarov, Larionov, Krutov, Fetisov
- Scritto da Stefano Quaino
- Categoria: Politica e società